venerdì 9 settembre 2016

Idolatria


Ridevall (1330) descrive l'immagine di una prostituta, cieca, con le orecchie mozzate, bandita a suono di tromba (come criminale), la faccia deforme, carica di malanni.
Egli chiama questa figura "il quadro dell'Idolatria secondo i poeti".
Non conosciamo la fonte per questa immagine si suppone che essa sia stata ideata da Ridevall.
Senza dubbio egli la costruì come un'immagine di memoria, che ne segue le regole nel suo apparire disgustosa e orribile in modo impressionante, ed è utilizzata per ricordare i punti relativi al peccato di idolatria; è dipinta come una prostituta, perché gli idolatri lasciano il vero Dio per fornicare con gli idoli; è rappresentata circa e sorda, perché l'idolatria ebbe origine dalla lusinga che accieca e assorda le sue vittime; è indicata come criminale, perché i malfattori sperano di ottenere perdono adorando gli idoli; ha una faccia trista e sfigurata, perché una delle cause di idolatria è un'angoscia smoderata; è malata perché l'idolatria è una specie di amore sregolato. Una strofa mnemonica riassume i caratteri dell'immagine:
Muller notata, oculis orbata,
aure mutilata, cornu ventilata,
vultu deformata et morbo vexata.
Tutto ciò è inequivocabilmente  identificabile come un'immagine di memoria, designata a muovere la memoria per il suo carattere impressionante... usata allo scopo, genuinamente mnemonico, di richiamare gli argomenti di una predica sull'idolatria.
Tratto da "L'arte della memoria" di Frances A. Yates

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