lunedì 24 luglio 2017

Microcosmo, Macrocosmo e il "grande numero"

Il grande numero, ossia le masse e il loro potere opprimente,  ci appaiono quotidianamente in una forma o nell'altra, solo che si leggano i giornali e veniamo a tal punto indottrinati sulla mancanza d'importanza dell'individuo, che esso perderà ogni speranza di trovare ancora ascolto.
Gli ideali di libertà, eguaglianza e fraternità, consunti fino a diventare una frase vuota, non gli danno nessun aiuto, poiché egli non può indirizzare il suo appello che ai suoi carnefici, ai rappresentanti della massa.
Contro la massa organizzata può resistere soltanto chi è organizzato nella sua individualità altrettanto bene di come è organizzata la massa.
L'uomo d'oggi ha perduto da lungo tempo la soccorrevole concezione medievale per cui egli è un microcosmo, quasi un'immagine rimpicciolita del grande cosmo, benché l'esistenza della sua psiche che abbraccia e condiziona tutto il mondo dovrebbe farlo riflettere.
Quale essere psichico, non solo egli porta instillato nel suo interno il concetto del macrocosmo, ma se lo ricrea incessantemente e in modo sempre più ampio.
Egli ha in sé una corrispondenza col grande mondo, sia grazie alla sua attività cosciente riflessiva, sia grazie alla sua natura istintiva, ereditaria e a archetipica che lo collega al mondo che lo circonda.
In conseguenza dei suoi impulsi egli non è soltanto legato al macrocosmo, ma in certo senso dilaniato, poiché le sue brame lo spingono verso le mete più diverse
In tal modo egli cade in continua contraddizione con sé stesso e solo assai di rado sa dare alla sua vita uno scopo unitario, pagando anche ciò, di solito, con una costosa rimozione di altri lati del suo essere.
Tratto da "Realtà dell'anima" di C.G.Jung

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