venerdì 18 maggio 2018

I misteriosi uomini-pesce: Oannidi


Il mito degli dèi Serpente si fonde in maniera quasi naturale con l'immagine dei misteriosi uomini-pesce, meglio conosciuti con il nome di Oannidi.
La presenza in Terra degli Oannidi rappresenta uno degli enigmi più grandi del nostro passato.
Gli uomini-pesce sono frutto del mito della genesi anfibia.
Questi esseri, assimilabili anche ad Adamo, il nostro progenitore, sono presenti in molte culture.
Gli Indiani d'America hanno conservato nei loro racconti diverse allusioni riguardanti questo evento primordiale.
Secondo i nativi americani, gli Oannidi sarebbero creature di un mondo precedente, superstiti di un periodo interglaciale anteriore all'ultima glaciazione di Wurm, alla quale sarebbe seguito il Diluvio Universale.
Il loro aspetto era animalesco e tetromorfo ed essi, in seguito, avrebbero raggiunto il cielo stellato per cedere il posto in Terra a un nuovo genere umano: il nostro.
Gli Oannès (cosí venivano chiamati dai Greci) come creature anfibie, metà uomini e metà pesci, comparse nell'anno I e in tempi successivi, ma sempre nel periodo dei dieci re antidiluviani (tra cui Enoch) della storia babilonese.
Avevano due teste e quella di uomo era sottoposta a quella di pesce.
Alla sua coda si univano due piedi di uomo e anche la loro voce era umana.
Queste strane creature stavano insieme con gli uomini senza mangiare, offrendo cognizioni di lettere, di scienze, di metallurgia e di arti.
Insegnavano a innalzare templi, edificare città, istituire leggi, fissare i limiti dei campi attraverso regole sicure, seminare e raccogliere grani e frutti.
Un'opera di civilizzazione importante, senza la quale queste civiltà non avrebbero conosciuto il fasto e gli splendori futuri.
Quando il Sole tramontava, gli Oannès tornavano in mare per trascorrere la notte sott'acqua, a bordo del loro vascello.
Qualche studioso sostiene che gli Oannidi siano migrati quando Atlantide era ormai in fase di distruzione.
Essi lasciarono Atlantide giungendo con le loro navi nel Mare Erithuraeum, sino al Mar Rosso, alla terra dell'Indo e nel Golfo Persico, dando vita a civiltà basate sull'uso dei metalli.
Gli Enki erano sacerdoti sapienti sumeri, re dell'abisso primordiale (Abzu).
I loro collaboratori, invece, erano i sette Apkallu (in sumerico ap, acqua, abisso; ka o ha, bocca, pesce; lus, uomini).
L'etimologia stessa ci permette di ipotizzare profonde connessioni fra Oannidi e Apkallu.
Queste creature anfibie potevano essere in realtà visitatori extraterrestri o in base a un'altra tesi erano i superstiti di un'avanzata civiltà antidiluviana.
Tratto da "Enigmi, misteri e leggende di ogni tempo" di Stefano Mayorca

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