venerdì 11 maggio 2018

Il Libro dei Morti


Secondo l'interpretazione di alcuni studiosi, il titolo di Libro dei Morti si riferisce a un testo legato al passaggio verso l'Aldilà.
Una sorta di raccolta contenente formule rituali da recitare e poi conservare nelle tombe dei defunti stessi, al fine di agevolare il trapasso e il viaggio in un'altra dimensione.
Ma c'è molto di più in questo scritto sacro: la presenza di entità celesti provenienti dallo spazio.
In esso, inoltre, è racchiusa la rivelazione attribuita al divino sapiente Toth.
Egli è raffigurato con una corta veste, una fascia al fianco e un'arma pendente, la testa di un ibis sormontata da un disco lunare, che lo rende di natura planetaria e da una penna di struzzo, simbolo di giustizia.
Tiene in mano la tavoletta dello scriba sulla quale scrive.
Numerosi sono i suoi epiteti: Signore delle parole, Segretario degli Dèi, titolo che lo pone in relazione con l'Ermete dei Greci o il dio Termine degli Etruschi o ancora il Mercurio dei Romani; lo scriba di giustizia; il grandissimo guardiano delle anime pure; colui che si crea da sé e non è mai nato; il Signore delle otto regioni.
In base a tali elementi, oggi si pensa che il Libro dei Morti riporti in gran parte ciò che resta di una frammentaria e remota epopea eroica degli dèi, della quale parla anche Erodoto, che inserisce Thot tra i dodici dèi del secondo ordine, che seguirono gli otto del primo ordine, gli dèi primigeni di cui la storia non parla, così lontano nel tempo da essere ritenuti inesistenti.
Il Libro dei Morti, che li descrive, viene considerato il testo di coloro che non sono più: i Morti.
Thot quindi, con ogni probabilità era uno degli dèi venuti dal cielo e che, in seguito, insieme con altri, abbandonerà la Terra e si dirigerà verso le stelle.
Tratto da Enigmi, misteri e leggende di ogni tempo" di Stefano Mayorca

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